Secondo il Rapporto Mutui 2024 dell’Agenzia delle Entrate, il numero di atti di mutuo ipotecario è sceso drasticamente nel 2023, con un calo del 25% rispetto all'anno precedente
Nel 2023, il mercato dei mutui per l'acquisto di abitazioni ha subito una contrazione del 25%, secondo il Rapporto Mutui 2024 pubblicato dall'OMI dell'Agenzia delle Entrate. Questo calo drastico è stato osservato in tutto il territorio italiano, con una particolare incidenza nelle regioni meridionali e insulari. Tra le principali cause, l'aumento dei tassi di interesse e la diminuita capacità di spesa delle famiglie hanno giocato un ruolo cruciale. Inoltre, il rapporto sottolinea come il capitale finanziato per attività non residenziali sia aumentato, suggerendo uno spostamento degli investimenti verso il settore commerciale e produttivo.
I dati del rapporto
Il rapporto dell'OMI evidenzia una netta diminuzione sia nel numero di mutui ipotecari stipulati che nel capitale erogato per l'acquisto di abitazioni. In particolare, si osserva che le famiglie italiane stanno facendo sempre più fatica ad accedere al credito a causa dell'aumento del costo del denaro e delle incertezze economiche. Il fenomeno non ha risparmiato nessuna area del Paese, ma il calo più accentuato si è registrato nel Sud Italia e nelle Isole, dove la diminuzione ha superato in alcuni casi il 30%. L'aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, finalizzato a combattere l'inflazione, ha avuto un impatto diretto sui mutui, rendendoli meno accessibili per molte famiglie. Di conseguenza, molte persone hanno rinviato o abbandonato i loro piani di acquisto di una casa, determinando un calo della domanda di mutui. Questo si riflette anche nel calo delle compravendite immobiliari, segnalato nello stesso rapporto OMI.
L'aumento dei mutui non residenziali
Mentre i mutui per l'acquisto di abitazioni sono in netto calo, il rapporto segnala un aumento dei finanziamenti per attività economiche e non residenziali. Questo trend suggerisce che, se da un lato le famiglie sono più prudenti nei loro investimenti immobiliari, dall'altro le imprese continuano a investire in immobili per scopi commerciali o produttivi, approfittando di opportunità di crescita e sviluppo.