Cedolare secca sugli affitti, cosa cambia nel 2024

Con la circolare n. 10 del 10 maggio 2024 l'Agenzia delle entrate ha fornito le istruzioni operative per l'applicazione della cedolare secca sugli affitti brevi

La cedolare secca è un particolare regime di tassazione facoltativo per le locazioni che consente di pagare un'imposta unica che sostituisce Irpef e addizionali locali. Le nuove norme, che sono diventate operative dal 1° gennaio 2024, hanno creato non pochi dubbi ai contribuenti e agli intermediari.

Cosa cambia

Arrivano i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate sulle novità introdotte sulle locazioni brevi dalla legge di Bilancio 2024: la circolare n. 10/E del 10 maggio 2024 esamina le novità introdotte con riguardo a:

- innalzamento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva dovuta sui redditi derivanti dai contratti di locazione di immobili a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, stipulati dalle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio d’attività d’impresa, che effettuano l’opzione per l’applicazione del regime fiscale della cedolare secca;

- modalità per procedere agli adempimenti, da parte degli intermediari non residenti, in maniera conforme al diritto dell’Unione europea, secondo quanto declinato dalla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Secondo quanto previsto dall’Agenzia delle Entrate l’aliquota dell’imposta sostitutiva della cedolare secca sarà applicata al 26% a partire dal secondo immobile dato in locazione. Il proprietario che mette in locazione diverse unità ha comunque la possibilità di sceglierne una per ciascun periodo d’imposta per cui fruire dell’aliquota ridotta del 21%. La scelta andrà indicata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta d’interesse. La nuova aliquota del 26% si applica sui redditi di locazione maturati dal 1° gennaio 2024, a prescindere dalla data di stipula dei relativi contratti e dalla percezione dei canoni.

Altra importante modifica introdotta alla disciplina della cedolare secca coinvolge i soggetti che esercitano l’attività di intermediazione immobiliare. E quanti gestiscono operativamente i portali telematici che mettono in contatto potenziali clienti alla ricerca di un immobile con i proprietari disposti ad affidarli in locazione. Nel caso in cui questi soggetti dovessero incassare o intervenire nel pagamento dei canoni diventano, sul piano fiscale, dei veri e propri sostituti d’imposta. Come tali sono obbligati a operare una ritenuta fiscale nella misura del 21%.

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