La vocazione di San Matteo

Il capolavoro di Caravaggio, datato 1600, è solo una delle tante opere d'arte dedicate all'amato Santo Patrono di Salerno

Quando a Caravaggio, alias Michelangelo Merisi, venne commissionato un dipinto sulla storia dell'Evangelista Matteo, venne facile ricostruire uno dei momenti topici della vita del nostro Santo Patrono: il momento della conversione.
Quando cioè, il Cristo lo "sceglie" per compiere quella che sarà la missione più importante della sua vita: tramandare la parola del Signore. Matteo lo farà, e anzi sarà uno dei quattro Evangelisti, autore dell'omonimo Vangelo.
 
Secondo la tradizione, Matteo prima di diventare discepolo di Cristo, era un pubblicano, ovvero colui che si occupava di riscuotere le tasse ed imposte nella società romana; dovendo prendere denaro dalle persone, non era benvisto ed il suo non era un lavoro molto felice. Caravaggio conosceva bene la tradizione ed aveva studiato la storia di questo apostolo, diverso dagli altri poiché pagano e pubblicano (esattore delle imposte all'epoca della dominazione romana). Era quanto di più lontano Gesù potesse avere al suo fianco, eppure venne scelto, diventando uno dei più fedeli servitori fino alla sua morte, avvenuta durante la celebrazione di una messa, nel 70 d.C.

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